Un’intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato ↩
con la sua bocca
digrignata ↩
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d’amore ↩
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita
Una nottata intera accasciato a fianco ad un compagno massacrato, guardando quella bocca serrata, a denti stretti, con i suoi occhi rivolti alla luna piena, guardando le sue mani gonfie che penetrano nel mio silenzio, ho scritto lettere piene d’amore.
Non mi sono mai sentito tanto attaccato alla vita.
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Tema principale: L’orrore della guerra, attaccamento alla vita
Luogo e data: scritto nel luglio del 1918, nella località Bosco di Courton
: frattura fra verso e unità sintattica (presente in ogni verso).
Allitterazioni: ripetizione di lettere, ‘T’ in versi 1-2
Metonimia: che consiste nell'usare il nome della causa per quello dell'effetto - congestione delle sue mani (per dire mani gonfie e arrossate)
Metafora: congestione delle sue mani penetrata nel mio silenzio
Il linguaggio usato è semplice e non viene usata la punteggiatura
La frantumazione dei versi mette in risalto le parole chiave, quelle più cariche di significato: “massacrato”, “digrignata”, “penetrata”.
L’uso degli participi passati contribuiscono a creare un senso di oppressione e di angoscia.
Analisi:
Con questa lirica Ungaretti parla di una sua allucinante esperienza di guerra. I versi descrivano una notte passata dal poeta al fronte accanto al corpo di un compagno ucciso, con il viso sfigurato dal dolore, le mani irrigidite dalla morte, rivelando in tutta la sua disumanità.
L’orrore e la pietà si risolvano nei versi finali: la vicinanza della morte suscita per reazione un disperato attaccamento alla vita. Questa è la forma di ribellione che ha Ungaretti contro le atrocità e l’inutilità della guerra. Con i compagno Ungaretti ha vissuto e sta vivendo l’esperienza della guerra a cui però egli reagisce con forza e trova il modo di resistere e di continuare a vivere, comunque.
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