Secolo XIX - XX

Le ideologie

Il Positvismo

Il positivismo è una corrente filosofica e scientifica nata nel XIX secolo. Il positivismo sostiene che la conoscenza si debba basare esclusivamente sui fatti osservabili e verificabili attraverso l'esperienza sensibile, e che il metodo scientifico sia l'unica via per acquisire conoscenze valide.

I principi chiavi:
Metodo scientifico: La conoscenza valida è quella che può essere verificata attraverso esperimenti e osservazioni empiriche. Il progresso della scienza, per i positivisti, è la base del miglioramento umano e sociale. Rifiuto della metafisica: Il positivismo rigetta le spiegazioni basate su cause ultime, essenze o concetti astratti, concentrandosi invece sui fenomeni concreti e osservabili.
Il posivista crede quindi che ci si debba fondare solo sui fatti “posibti”, osservabili e dimostrabili sperimentalmente.
Nessun aspetto del reale deve sfuggire all’indagine scientifica, in quanto il metodo scientifico è unico valido.
Il positivismo ha influenzato profondamente lo sviluppo delle scienze sociali, della sociologia e della filosofia della scienza, e ha avuto un impatto significativo anche in ambito politico e culturale, specialmente durante l'industrializzazione e la modernizzazione in Europa.


Il Naturalismo

Il naturalismo è un movimento letterario e artistico nato nella seconda metà del XIX secolo, in particolare in Francia, sotto l'influenza del positivismo scientifico e del realismo. Si propone di rappresentare la realtà in modo oggettivo e dettagliato, basandosi sull'osservazione rigorosa dei fatti e sull'applicazione del metodo scientifico alla letteratura e alle arti. In questo senso, il naturalismo è una forma di realismo più estremo e deterministico.
Ecco alcuni punti chiave per capire il naturalismo:
Determinismo: Secondo i naturalisti, il comportamento umano è determinato da forze esterne, come l'ereditarietà, l'ambiente sociale e le circostanze materiali. Gli individui non hanno un vero controllo sul loro destino; sono piuttosto vittime delle loro condizioni.
Influenza della scienza: Il naturalismo prende ispirazione dalle scienze naturali e sociali, specialmente dalla biologia, dalla sociologia e dalla psicologia. Il metodo scientifico, basato sull'osservazione e sulla sperimentazione, viene applicato per analizzare la società e i comportamenti umani.
Rappresentazione cruda della realtà: A differenza del romanticismo, che spesso idealizzava la vita e la natura, il naturalismo si concentra sugli aspetti più crudi, come la povertà, la malattia, l'alienazione e la violenza. Gli scrittori naturalisti tendono a descrivere la vita quotidiana delle classi più basse, mettendo in luce le ingiustizie sociali.
Personaggi "tipici": Nei romanzi naturalisti, i personaggi sono spesso persone comuni, non eroi. La loro psicologia è condizionata dal contesto sociale ed economico, e i loro destini tragici sono spesso inevitabili.
Esempi letterari: Uno dei principali esponenti del naturalismo è lo scrittore francese Émile Zola, il cui ciclo di romanzi "Les Rougon-Macquart" esplora il determinismo biologico e sociale attraverso le vicende di una famiglia. Anche in Italia il naturalismo ha avuto un grande impatto, in particolare su autori come Giovanni Verga, che ha sviluppato una variante locale chiamata verismo.
Il naturalismo è dunque un movimento che mira a dipingere un ritratto realistico della società, incentrandosi sugli aspetti più difficili e conflittuali della condizione umana.

Realismo

Il Verismo

Il verismo è una corrente letteraria nata in Italia nella seconda metà del XIX secolo, ispirata al naturalismo francese di Emile Zola, ma adattata alla realtà italiana. Il verismo si propone di rappresentare la realtà in modo oggettivo e scientifico, descrivendo la vita quotidiana delle classi più umili senza idealizzazioni o abbellimenti. Tra i principali esponenti del verismo spiccano Giovanni Verga e Luigi Capuana.

Caratteristiche principali del Verismo

Rappresentazione oggettiva della realtà: Il verismo cerca di descrivere la realtà in maniera cruda e fedele, senza l'intervento soggettivo o sentimentale dell'autore. L'autore deve essere come uno "scienziato" che osserva e descrive i fatti, senza modificarli o influenzarli con giudizi morali.
Determinismo: Come nel naturalismo francese, i personaggi del verismo sono condizionati da fattori esterni, come l'ambiente, la società e l'ereditarietà. Gli eventi della loro vita sono determinati da queste forze, e i personaggi spesso non hanno il controllo del loro destino. Il libero arbitrio è ridotto, e la loro esistenza appare governata da leggi implacabili della natura e della società.
Ambientazione rurale e classi popolari: Gli autori veristi si concentrano su contadini, pescatori, operai e gente povera, mostrando le difficoltà della vita nelle campagne e nelle città, in particolare nel Sud Italia. La Sicilia, in particolare, è uno dei contesti principali per molti racconti e romanzi veristi, con Verga che descrive ampiamente la vita dei contadini e dei pescatori siciliani.
Stile impersonale: Nel verismo, lo scrittore si "nasconde" dietro i fatti narrati. Non ci sono commenti diretti dell'autore o giudizi morali espressi attraverso la narrazione. Il narratore è spesso esterno e distaccato, e la storia si sviluppa attraverso i dialoghi e le azioni dei personaggi.
Lingua e dialetto: I veristi adottano spesso una lingua semplice e popolare, vicina al linguaggio quotidiano delle persone comuni, e usano il dialetto per rendere più realistico il contesto. Questo avvicina il lettore alla realtà descritta, eliminando barriere stilistiche.

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Differenze tra Verismo e Naturalismo

Pur essendo ispirato al naturalismo francese, il verismo italiano si concentra di più sulla rappresentazione della realtà sociale rurale e meridionale, con un'enfasi particolare sulle tradizioni, le superstizioni e il fatalismo che caratterizzano i personaggi. Mentre Zola si concentra maggiormente sull'ambiente urbano e industriale, il verismo italiano è più legato alle realtà agrarie e contadine dell'Italia.
In sintesi, il verismo è una forma di realismo estremo che cerca di rappresentare la vita e le condizioni umane in modo impassibile e rigoroso, riflettendo le difficoltà delle classi popolari e l'influenza ineluttabile delle forze sociali e naturali.


Il Decadentismo

Il Decadentismo è un movimento artistico e letterario nato alla fine del XIX secolo come reazione al positivismo e al naturalismo, esprimendo un senso di crisi e sfiducia nei confronti della ragione, della scienza e del progresso. Il termine "decadentismo" inizialmente aveva una connotazione negativa, riferendosi a una cultura "in decadenza", ma venne poi adottato dagli stessi artisti e scrittori come simbolo di ribellione contro i valori tradizionali e la morale borghese.

Caratteristiche principali del Decadentismo

Crisi dei valori borghesi e moderni: I decadentisti respingono i valori dominanti del progresso, della razionalità e dell'utilitarismo. Invece, abbracciano il disincanto e il pessimismo, vedendo la vita moderna come vuota e corrotta. Si allontanano dalla società borghese, che considerano mediocre e ipocrita, e si rifugiano nell'individualismo e nell'estetica.
Estetismo e culto della bellezza: Per i decadenti, l'arte e la bellezza sono i valori supremi, da perseguire a tutti i costi. Viene coniato il motto "l'arte per l'arte", che implica che l'arte non debba avere una funzione morale o educativa, ma esistere solo per se stessa, come espressione della bellezza pura e dell'idealizzazione estetica.
Soggettivismo e simbolismo: Il decadentismo esplora la dimensione interiore e soggettiva dell'esperienza umana, dando importanza alle emozioni, ai sogni, agli stati d'animo e alle sensazioni. Il mondo viene interpretato non attraverso la logica, ma attraverso simboli e immagini che rappresentano realtà nascoste, invisibili o inaccessibili alla ragione. Il simbolismo diventa un modo per rappresentare le verità più profonde dell'esistenza.
Misticismo e esoterismo: Molti scrittori decadenti sviluppano un interesse per il misticismo, l'esoterismo e l'occultismo, cercando risposte spirituali e alternative alla vita materiale. La realtà viene spesso percepita come ingannevole o illusoria, mentre dietro di essa si cela un mondo segreto di significati nascosti.
Il poeta come veggente o esteta: Il poeta decadente si considera un essere superiore, dotato di sensibilità straordinarie e in grado di percepire la realtà al di là delle apparenze comuni. Questa figura del "veggente" è isolata dalla società, spesso incompresa o disprezzata, ma dotata di una missione estetica e spirituale.
Fascinazione per la morte e il mistero: Il decadentismo è spesso pervaso da un'atmosfera di malinconia, morbosità e attrazione per la morte. L'idea della "bellezza del morire" e la contemplazione della fine come una via per accedere a una dimensione più elevata o misteriosa sono temi frequenti. Il decadentismo esplora spesso l'ambiguità tra il piacere e il dolore, l'eros e il thanatos (morte).

Il Decadentismo in Italia

In Italia, il decadentismo ha trovato espressione soprattutto nelle opere di Gabriele D'Annunzio e Giovanni Pascoli. D'Annunzio incarna il "superuomo" nietzschiano, un individuo che cerca di superare i limiti imposti dalla società e dalla morale comune, dedicandosi all'arte, alla bellezza e al piacere. Pascoli, sebbene legato anche ad altri movimenti, introduce nei suoi versi temi tipici del decadentismo, come il mistero e la dimensione simbolica della natura.

Il conflitto tra intelletuale e società

Con la fine del periodo risorgimentatle, gli intelletuali perdono il ruolo centrale di guida ideologica e si affaccia anche in Italia quel conflitto tra intelletuale e società. Cominciano a comparire atteggiamenti di rivolta e di rifiuto dei valori borghesi.
Il letterato si spente spinto ai margini dai nuovi processi produttivi e mostra un timore nei confronti della tecnica, che nega i valori umanistici tradizionali. L’arte è trasformato in merce per il mercato (merce libero - assecondare i gusti del pubblico). Anche lo scrittore deve affrontare la concorrenza per raggiungere il successo: è il meccanismo della lotta per la vita.
Con il mercato della produzione letteraria, gli scrittori si dividono in due grandi categorie
chi accetta il mercato, adattandosi a scrivere per il pubblico, assecondandone i gusti in vista del successo e del benessere economico.
chi rifiuta disgustato il meccanismo, perseverando a seguire i propri obiettivi artistici senza curarsi dell’insuccesso di pubblico.
Alla seconda categoria appartiene Verga, che non rinuncia alle soluzioni formali e alla prima appartiene Gabriele d’Annunzio.

In Italia vivere con i proventi delle proprie opere è raro (salvo rare eccezioni come d’Annunzio) per cui quasi il 70% di essi sono obbligati ad accettare un impiego pubblico, in genere l’insegnamento come prof. universitari.
La figura dell’intelletuale non è più quella dominante, ma si affacciano nuove figure, create dallo sviluppo della società moderna: il sociologo, il giurista, l’economista ecc., nasce quindi l’intelletuale specialista, in campo scientifico.

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