Yasmine Charef & Fatema Kabir 2D SLT 2024/25
📶 Introduzione: Dal cortile alla connessione Wi-Fi – Cosa abbiamo perso per strada?
Un tempo bastava un pallone, una corda o un cortile per sentirsi felici. L’infanzia era fatta di corse, ginocchia sbucciate, risate all’aperto. Non servivano app, notifiche o post: bastava essere fuori, con gli amici, con il sole o anche con la pioggia.
Oggi, invece, molte di quelle esperienze sembrano lontane. I bambini e gli adolescenti trascorrono sempre più tempo davanti agli schermi, e sempre meno in movimento, a contatto con la natura.
Secondo l’Istat (2023), solo il 18% dei bambini italiani tra i 6 e i 10 anni pratica attività fisica all’aperto ogni giorno, mentre oltre il 60% passa più di 3 ore al giorno davanti a uno schermo.
E questo non riguarda solo i più piccoli: anche tra noi adolescenti, è diventato normale incontrarsi per stare al telefono, piuttosto che per correre, giocare o semplicemente camminare.
Ma che cosa stiamo perdendo, rinunciando al movimento all’aperto? La risposta non è solo “fare sport”, ma prendersi cura di sé stessi, ritrovare benessere fisico e mentale, riconnettersi con il mondo reale. In questo elaborato, cercherò di riflettere su questi aspetti attraverso dati, studi scientifici e osservazioni personali.
🔬 La scienza: il corpo si muove, Il cervello si accende.
L’attività fisica all’aperto attiva il corpo in modo completo e naturale. Ma ciò che la rende davvero unica è che stimola anche il cervello. Non è solo una sensazione: E’ scienza.
Uno studio pubblicato dalla Harvard Medical School nel 2021 ha dimostrato che praticare attività fisica in ambienti naturali, come parchi o boschi, aumenta la produzione di serotonina e dopamina, neurotrasmettitori legati alla felicità e alla motivazione, in misura superiore rispetto all’attività fatta in ambienti chiusi.
Un altro esperimento condotto in Finlandia ha coinvolto due gruppi di studenti: uno svolgeva esercizio fisico in palestra, l’altro nel verde. Dopo 3 mesi, il gruppo che si allenava all’aperto presentava livelli più bassi di cortisolo (l’ormone dello stress) e risultati migliori in test cognitivi e di attenzione.
Questi dati confermano che il corpo non si limita a bruciare calorie: l’esercizio outdoor migliora la memoria, la concentrazione, la creatività e riduce l’ansia da prestazione scolastica.
🧠 La mente respira: Muoversi aiuta a liberarsi dai pensieri
Viviamo spesso con la testa piena: verifiche, aspettative, social, ansia, futuro. A volte sembra che non ci sia mai una pausa vera.
L’attività fisica all’aperto ci dà questa pausa. Ci costringe a staccare dalla mente e tornare nel corpo, a sentire il battito, il respiro, il vento sulla pelle.
Uno studio condotto dalla Stanford University ha rilevato che camminare per 90 minuti immersi nella natura riduce in modo significativo l’attività della corteccia prefrontale subgenuale, una zona del cervello associata ai pensieri negativi ricorrenti che spesso ci appesantiscono.
L’attività fisica all’aperto può diventare un vero e proprio “antidepressivo naturale”. Aiuta a gestire ansia, tristezza, rabbia, e ci restituisce quella chiarezza mentale che spesso perdiamo chiusi nelle nostre stanze.
Non è un caso che, nei percorsi psicologici, venga sempre più utilizzata la green therapy ossia camminate consapevoli con lo scopo di riflettere, praticare yoga nei parchi da soli o in compagnia, oppure la pratica mindfulness immersi nella natura, ossia portare piena attenzione nel momento in cui si è circondati dal mondo naturale, favorendo calma, consapevolezza e connessione significativa e profonda con l’ambiente.
🌱 La natura ci insegna a crescere: rispetto, equilibrio e connessione
Stare all’aperto non è solo muovere il corpo, ma anche imparare a vivere meglio. Quando siamo immersi nella natura, sviluppiamo qualcosa di prezioso come:
Rispetto per l’ambiente: osserviamo i ritmi delle piante, degli animali e impariamo a prenderci cura di ciò che ci circonda. Equilibrio e coordinazione: camminare su terreni irregolari, salire una collina o attraversare un ruscello aiuta il corpo a diventare più forte e armonioso. Relazioni autentiche: lontano dallo schermo, tra i compagni, impariamo a comunicare e collaborare davvero, senza distrazioni.
L’attività fisica al chiuso, invece... 🏋️ Il corpo si abitua, si rafforza, si misura
Praticare sport al chiuso, come la palestra, il nuoto in piscina o le arti marziali, permette di allenare il corpo in modo mirato e preciso e inolte offre un’organizzazione impeccabile: strumenti pronti all’uso, spazi definiti, temperature stabili. Ogni gesto può essere ripetuto in condizioni costanti, con obiettivi chiari e tracciabili.
In una palestra , il corpo si adatta a schemi fissi, impara il gesto corretto e lo migliora con regolarità. I progressi sono visibili e quantificabili: Si resiste più a lungo, si diventa più forti.
📊 Secondo una ricerca pubblicata sull’European Journal of Sport Science, gli atleti che si allenano regolarmente in ambienti strutturati migliorano la loro resistenza del 27% nel primo trimestre di attività costante.
È un’efficienza che richiede disciplina e impegno. Un luogo dove tutto è già predisposto per funzionare. Tutto è sotto controllo. Tutto si ripete, come deve.
🧠 La mente impara la costanza
In uno spazio chiuso, la mente impara a rimanere dentro se stessa. Ogni allenamento è un piccolo rituale: stessi suoni, stessa luce, stessi gesti.
È un ambiente che invita alla concentrazione, alla precisione, al controllo. Qui, la mente non si disperde, ma si allinea al corpo, segue il ritmo, si ancora all’azione.
📚 Secondo studi pubblicati sul Journal of Cognitive Enhancement, l’attività fisica svolta in ambienti chiusi può rafforzare le funzioni esecutive del cervello, come l’autocontrollo, la memoria di lavoro e la capacità di attenzione prolungata.
È un tipo di calma che non arriva da fuori, ma nasce dal gesto stesso, dall’impegno, dalla volontà di migliorarsi un movimento alla volta.
🤝 Regole, ruoli e distanze chiare
Negli sport praticati al chiuso, le relazioni tra i partecipanti sono profonde e ben strutturate. Squadre, ruoli definiti e spazi delimitati creano un ambiente dove il contatto è frequente e diretto, ma sempre regolato da precise norme: si rispettano gli spazi altrui, si comunica attraverso segnali chiari e si agisce in perfetta sincronia.
Secondo la psicologia dello sport, in ambienti regolamentati come palestre o impianti indoor, si crea una coesione di squadra solida e stabile: la condivisione di esercizi e schemi ripetuti rafforza il legame tra i membri del gruppo.
Molte discipline indoor, come pallavolo, pallacanestro, ginnastica artistica e danza, trasmettono insegnamenti profondi:
Rispetto per gli altri: in spazi ristretti si impara a gestire la vicinanza, il contatto e la collaborazione. Regole e ruoli: ogni sport ha i suoi limiti, tempi e gesti precisi, che insegnano l’importanza della disciplina condivisa. Comunicazione efficace: nei giochi di squadra indoor è fondamentale sviluppare intesa, attenzione reciproca e fiducia.
Quali sono le differenze principali tra l’attività all’aperto e quella al chiuso???
Contatto con la natura
Attività all’aperto
Aria fresca, paesaggi, sole
Attività al chiuso
Sole assente o limitato
Tipo di contatto fisico
Attività all’aperto
Più libero, meno regolato
Attività al chiuso
Ravvicinato, regolate da norme precise
Relazioni sociali
Attività all’aperto
Spontanee, informali
Attività al chiuso
Organizzate, con ruoli definiti
Effetto sulla mente
Attività all’aperto
Rilassamento, riduzione dello stress
Attività al chiuso
Concentrazione, disciplina mentale
Allenamento mentale
Attività all’aperto
Stimola creatività e apertura della mente
Attività al chiuso
Rafforza autocontrollo e capacità di attenzione
Accessibilità
Attività all’aperto
Dipende da condizioni, meteo e luogo
Attività al chiuso
Disponibile tutto l’anno, indipendentemente dal tempo
Tipologia di sport
Attività all’aperto
Corsa, escursionismo, ciclismo, calcio...
Attività al chiuso
Pallavolo, ginnastica, danza, basket, arti marziali...