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SAFE e Strumenti Finanziari Partecipativi

Per introdurre il concetto degli “Strumenti Finanziari Partecipativi” - da ora in poi chiamati anche SFP - dobbiamo iniziare il discorso da uno step precedente, cioè parlando del SAFE, acronimo di “Simple Agreement for Future Equity.

Il SAFE in breve

È un contratto di investimento volutamente molto semplice - proprio per questo denominato “simple” - attraverso cui un soggetto investe denaro in una società senza diventarne immediatamente socio. In cambio riceve uno Strumento Finanziario Partecipativo che gli attribuisce il diritto di convertirlo in quote societarie/azioni ad un prezzo di favore, nel momento in cui si verifica un evento di liquidità (es. aumento di capitale tramite campagna di equity crowdfunding, oppure tramite un’acquisizione industriale). È stato creato nel 2013 dal team di Y Combinator, l’acceleratore di startup più famoso al mondo con sede in California, con l’obiettivo di rendere più snello ed efficiente il processo di raccolta fondi e semplificare la contrattazione tra società ed investitori, soprattutto nelle fasi iniziali del progetto. ​Per fare un esempio, è come se sono interessato ad acquistare un appartamento che non ha un prezzo definito perché è ancora in costruzione e con molti dettagli da finalizzare. Investo quindi dei soldi e rimando ad un secondo momento la valutazione del mio appartamento (cioè quando sarà pronto). Ma rispetto a chi decide di acquistare l’abitazione solo a progetto realizzato, ho il vantaggio che lo pagherò di meno perché ho investito quando gli altri non erano ancora disposti a farlo!
Un SAFE non è né debito né equity, non matura interessi, ma ha una scadenza predefinita dal contratto.

Strumenti Finanziari Partecipativi, cosa sono?

Nel nostro ordinamento il SAFE assume la forma degli Strumenti Finanziari Partecipativi, previsti con il Decreto Crescita 2.0 (2012) per le “start up innovative”, e nel 2015, con il Decreto Investment Compact, per le PMI innovative. La possibilità di emettere SFP deve essere prevista dallo Statuto della società e tutti i dettagli (l’emissione, la denominazione, lo status, l’ammontare massimo, il trasferimento, la conversione degli SFP e la scadenza) sono definiti attraverso un apposito Regolamento sotto forma di atto pubblico.
GLI SFP vanno emessi da un notaio dietro regolamento deliberato in assemblea straordinaria.
L’investitore titolare di SFP diventa socio della start up solo al verificarsi dell’evento di liquidità, ad esempio una campagna di equity crowdfunding, l’ingresso di un Venture Capital oppure la quotazione in borsa.

Il “SAFE italiano” con gli SFP

A differenza del SAFE americano, gli SFP hanno una scadenza predeterminata dal Regolamento definito dalla startup/PMI innovativa quindi, anche quando non si verifica l’evento di liquidità, alla scadenza prevista l’SFP si converte automaticamente (e l’investitore ottiene le sue quote).

SAFE vs equity crowdfunding

Solitamente si pensa erroneamente di dover scegliere tra raccogliere capitali tramite SAFE oppure tramite equity crowdfunding. Il nostro consiglio è di mixare gli strumenti, essendo il SAFE propedeutico ad una campagna crowdfunding, potendo così beneficiare del massimo dei vantaggi riducendo al minimo i rischi di una raccolta di capitali classica. Vediamo le differenze principali tra i due strumenti:

SAFE

Puoi utilizzare il capitale raccolto immediatamente.
Non dai una valutazione premoney iniziale - indichi solamente valore minimo e massimo - potendo così aggiustare il tiro in futuro.
Non hai il contatore esposto pubblicamente, così puoi gestire con le tue tempistiche l’intera raccolta.
Non hai nessuna piattaforma online dove concludere l’operazione. Questo è un vantaggio indiretto perché ti costringe ad organizzare in maniera efficiente i tuoi processi marketing & sales, a prescindere dalla raccolta in sé.
Scegli tu chi può investire e chi no - e a quale cifra - potendo così costruire anche reward molto più specifici.
Metodologia di finanziamento poco conosciuta e che richiede diversi contatti commerciali.

Equity crowdfunding

Puoi utilizzare il capitale raccolto dopo lo svincolo delle somme, solitamente a distanza di mesi dall’inizio delle attività.
Devi indicare un valore premoney all’operazione di raccolta capitali per poter iniziare.
La tua raccolta, nel bene e nel male, è sotto gli occhi di tutti quanti.
C’è una piattaforma che fa da collettore. Da una parte hai il vantaggio di avere una cassa di risonanza in più ma non hai il controllo dell’intero processo di investimento di un potenziale interessato.
Chiunque voglia può investire una cifra a partire dalla minima che hai stabilito.
Metodologia di finanziamento con molta documentazione a supporto e casi studio a supporto, facilitando la conversione dell’interessato.

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