Giuseppe Ungaretti

Mattina

M'illumino d'immenso ↩

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Tema principale: Senso di infinito e di eterno, illuminazione
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Luogo e data: scritto nel gennaio del 1917, nella località Santa Maria la Longa
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Metrica: due ternari

Figure retoriche:
Sinestesia: la percezione dell’ampia dimensione spaziale si fonde con la sensazione visiva della luminosità.
Allitterazione: ripetizione del suono “m” crea un ritmo dolce e armonioso.

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Il linguaggio usato è semplice e non viene usata la punteggiatura
ok
M’illumino: il verbo riflessivo suggerisce un’esperienza intima, personale, in cui il poeta sente un’illuminazione.
D’immenso: L’aggettivo esprime un concetto astratto universale, legato alla vastità dell’universo
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Scritta durante la guerra, "Mattina" rappresenta una pausa di contemplazione e bellezza in un periodo di distruzione e sofferenza.


Analisi:
La poesia ha due soli versi, due ternari. Il poeta si illumina di immenso, ma non di luce, bensì di immensità dello spazio. Questa è una sinestesia.
Il poeta esprima un attimo di consapevolezza in cui si sente completamente pervaso da una sensazione di vastità, bellezza e unità con l’universo. E’ come se, per un istante, tutto il mondo si rivelasse nella sua infinita grandezza e il poeta, pur nella sua piccolezza, vi trovasse un senso.

La poesia ha un significato profondo
Ungaretti racconta quel momento in cui il cuore e la mente si aprono a qualcosa di immenso, come un’alba interiore, in cui tutto appare più chiaro, luminoso.

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